L’accesso e il recupero in spazi confinati rappresentano due delle fasi più critiche nella gestione della sicurezza in cantiere e in ambito industriale. Gas tossici, atmosfere con carenza di ossigeno, rischio di seppellimento o intrappolamento rendono questi ambienti altamente pericolosi. Ecco perché scegliere correttamente i dispositivi per accesso e recupero in spazi confinati non è un’opzione, ma un obbligo operativo e normativo.
In questo articolo vedremo quali sono i dispositivi indispensabili, come si classificano, quando utilizzarli e quali caratteristiche devono avere per essere a norma e funzionali.
Cosa si intende per spazio confinato
Per “spazio confinato” si intende un ambiente chiuso, parzialmente chiuso o difficilmente accessibile, in cui:
- l’aria può essere insufficiente o contaminata;
- l’ingresso/uscita è limitato o complicato;
- sussistono rischi particolari legati a sostanze, temperature, atmosfere esplosive, liquidi o solidi mobili.
Esempi comuni:
- Silos e cisterne;
- Pozzi, fosse biologiche, serbatoi interrati;
- Camini industriali, canalizzazioni, cunicoli;
- Ambienti tecnici in edifici civili e industriali.
L’accesso e la permanenza in questi luoghi devono essere pianificati e monitorati con procedure e attrezzature specifiche.
Dispositivi per l’accesso in spazi confinati
L’accesso in uno spazio confinato deve avvenire sempre con attrezzature idonee, che garantiscano:
- facilità di ingresso;
- stabilità durante l’operazione;
- possibilità di evacuazione rapida.
Strumenti principali:
- Treppiedi di sicurezza
- Struttura autonoma con base stabile e punti di ancoraggio.
- Utilizzato per l’accesso verticale (es. pozzetti, cisterne).
- Argani e verricelli
- Permettono la calata e la risalita controllata del lavoratore.
- Devono essere certificati per il carico massimo previsto.
- Imbracature con punto di attacco dorsale e sternale
- Obbligatorie per qualsiasi operazione in sospensione o discesa.
- Devono essere compatibili con i dispositivi di sollevamento utilizzati.
- Linee vita temporanee e fisse
- Sistemi di ancoraggio per il collegamento di cordini e DPI anticaduta.
- Da installare sopra o accanto all’accesso.
- Scale rigide o retrattili con sistema anticaduta
- Devono garantire un appoggio stabile e una risalita sicura.
Leggi anche: Spazi Confinati: Guida a Normativa e Dispositivi di Sicurezza
Dispositivi per il recupero in spazi confinati
Il recupero è l’azione più delicata. In caso di emergenza, il tempo di estrazione può fare la differenza tra la vita e la morte.
Dotazioni fondamentali:
- Dispositivi retrattili con funzione di salvataggio
- Integrano sistema anticaduta e funzione di sollevamento di emergenza.
- Obbligatori se si lavora in sospensione.
- Impianti di ventilazione forzata
- Estraggono aria contaminata e immettono aria pulita.
- Devono essere usati prima e durante l’intervento.
- Maschere e respiratori autonomi
- Per ambienti a rischio gas, polveri o ossigeno insufficiente.
- Devono essere sottoposti a verifica e formazione specifica.
- Kit di primo soccorso specifici per ambienti confinati
- Comprendono maschere di rianimazione, barelle pieghevoli, bombole di ossigeno.
- Sistema di comunicazione (radio, interfono, segnali visivi)
- Devono garantire il contatto continuo tra operatore interno e sorvegliante esterno.
Il D.Lgs. 81/08 impone che in ogni intervento in spazio confinato sia previsto un sistema di soccorso e recupero, organizzato prima dell’accesso.
Caratteristiche tecniche e normative
Tutti i dispositivi per accesso e recupero in spazi confinati devono:
- essere marcati CE e conformi alle direttive europee pertinenti;
- rispettare le norme tecniche applicabili (UNI EN 795, UNI EN 1496, UNI EN 341);
- essere accompagnati da manuale d’uso e manutenzione;
- essere ispezionati regolarmente secondo quanto previsto dal costruttore;
- essere utilizzati solo da personale formato e addestrato.
L’uso improprio di un dispositivo, anche se conforme, è da considerarsi una violazione della normativa.
Come scegliere i dispositivi giusti
Ogni intervento va analizzato caso per caso. Alcuni criteri guida:
- Altezza e tipo di accesso (verticale, orizzontale, inclinato);
- Durata e complessità dell’intervento;
- Presenza di gas o agenti contaminanti;
- Numero di operatori coinvolti;
- Necessità di movimentazione materiali o attrezzi.
Affidarsi a fornitori specializzati e dotarsi di un piano di emergenza sono elementi essenziali per una gestione professionale e sicura.
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FAQ – Domande frequenti
È obbligatorio avere un treppiede per lavorare in spazi confinati?
No, ma è fortemente raccomandato per accessi verticali. Deve comunque esserci un sistema certificato per la movimentazione verticale sicura.
I DPI devono essere dedicati solo agli spazi confinati?
Meglio sì. Imbracature, maschere e dispositivi usati in ambienti confinati devono essere conservati, ispezionati e tracciati con attenzione.
Serve sempre un sistema di recupero?
Sì. Anche in interventi brevi o apparentemente semplici, è obbligatorio prevedere il recupero rapido di un lavoratore in difficoltà.
Chi deve essere presente durante l’intervento?
Almeno un sorvegliante esterno, formato e in grado di attivare i soccorsi o intervenire con i dispositivi.
Serve un’autorizzazione specifica?
Sì. Gli interventi in spazi confinati richiedono formazione specifica e una valutazione preventiva dei rischi, formalizzata in permessi di lavoro o procedure operative.